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FIND ME
( Jun Hyo Seong )
Parte 1
Ecuador, Española Island
Villa Carter
Affacciata alla finestra della propria stanza, in cima alla torre di quella antica villa situata a ridosso di un impetuoso fiume diretto verso l’oceano Pacifico, si portò entrambe le mani al petto e, disperata, strinse forte fra le dita la pregiata stoffa della camicia da notte … -Ti prego … trovami … - mormorò in lacrime, guardando affranta la luna distaccata ed impassibile di fronte alla sua sofferenza …
-È inutile che preghi cose simili. – dichiarò deciso, facendo alcuni passi verso di lei nel buio della stanza … - Questo luogo è come la vostra base ... nel punto x dell’isola Anna, oltre l’isola Solitaria … molto difficile da trovare. –
-Tu conosci le coordinate della nostra base segreta? – chiese sconvolta, tremando per la paura che quella importante informazione potesse finire nelle mani sbagliate …
-Sì, ma stai tranquilla. Non l’ho rivelato all’organizzazione né ho intenzione di dirglielo. –
-Davvero? E … come mai, saresti diventato improvvisamente così magnanimo nei nostri confronti, dopo tutto quello che hai fatto per consegnarci nelle mani degli Spettri? –
-Mi sembra ovvio il perché! … per lo stesso motivo per cui ho fatto saltare l’accordo con il Fantasma Nero! … e cioè, per te. -
Françoise abbassò gli occhi, stringendoli afflitta … -Perché …? –
-Il perché lo sai bene. –
Lei scosse la testa … -Rinchiudere la persona che dici di amare in una prigione, non è amore … -
-Beh, dipende dai punti di vista. E comunque, è solo una cosa provvisoria. –
La ragazza piegò le labbra in un sorriso amaro … -Te l’ho già detto: io non ti amerò mai. –
-Ti sbagli. Mi amerai. – la raggiunse e poi, le posò con sicurezza una mano sulla spalla, dove la camicia da notte era leggermente calata di lato, e con il pollice le accarezzò la pelle nuda, asserendo fermo … -Sì, mi amerai quando finalmente realizzerai che io posso darti tutto ciò che desideri … -
Scosse la testa, chiudendo gli occhi e tentando disperatamente di non percepire le sue carezze indesiderate …
Bryan sorrise sicuro … -È inutile che ti opponi al tuo destino! … sarò io a darti tutto quello che brami! ... dalle cose più frivole come i trucchi, gli abiti e gli accessori a … quello che desidera la tua anima di donna … ovvero un figlio … -
003 sgranò di scatto gli occhi e, atterrita, impallidì … ammutolendo.
-Tesoro mio, quando ti sentirai pronta ad accettare il mio amore potremo finalmente dividere lo stesso letto e … - rise debolmente di soddisfazione … - … ne avremo quanti ne vuoi! – fece scendere la mano lungo il suo braccio con una certa bramosia, passando poi al suo fianco e infine, afferrandola, l’attirò a sé … -Non vedo l’ora che arrivi quel momento … -
-Se pensi che io … - inorridita, le tremò la voce … - … spontaneamente, mi butti tra le tue braccia, sei in grosso errore. Questo non accadrà mai. Te l’ho già detto. –
-La tua decisione nell’esprimere le tue emozioni mi fa impazzire di desiderio, Françoise! - rise di nuovo, beandosi del contatto con il suo corpo e delle sue morbide forme … -Le nostre future notti da amanti saranno senza dubbio ardenti e travolgenti! Il tuo temperamento passionale me lo conferma! – abbassò il volto, avvicinando le labbra al suo collo e la sfiorò, palpitante … -Fremo già al pensiero! –
-Non mi avrai mai. – ripeté risoluta …
Senza scomporsi, la fece voltare verso di lui e la guardò intensamente … gli occhi sottili, grigi e tormentati di Bryan, scrutarono con attenzione il suo volto delicato e diafano … -Ti sbagli. E tu lo sai. – sussurrò … -Tu sai già che sarai mia. E lo sarai di tua spontanea volontà. –
003 sostenne il suo sguardo, cercando di cacciare indietro le lacrime … -No. Mai. –
Si passò la lingua sulle labbra, distogliendo per un attimo lo sguardo da lei e riflettendo sulla sua risposta … -Uhm … - mugolò irritato … - … questo gioco mi sta annoiando Françoise … - la guardò di nuovo, ma questa volta i suoi lineamenti, virili e fieri, si tesero vistosamente per l’irritazione … -Il filo, prima o poi, si rompe se non si capisce quando è il momento di smettere di tirarlo. – l’afferrò quindi per le braccia e la spinse con violenza sul letto, mettendosi sopra di lei e costringendola ad aprire le gambe … -Te l’ho già detto: non ho mai preso una donna contro la sua volontà, ma non tirare troppo la corda. La mia pazienza, seppur molta, ha sempre un limite. – tenendole i polsi fermi contro il materasso, la guardò licenzioso … -Ormai sono passate diverse settimane da quando non sono più stato con una donna e … averti qui, tra le mie braccia, non mi aiuta certo ad assopire i miei istinti … -
Atterrita per la sua affermazione, iniziò a divincolarsi con tutte le sue forze, ma invece di allontanarlo, disgraziatamente, ottenne la cosa opposta e sentì il suo inguine gonfio premere ancora più indecentemente contro il proprio ventre …
Stravolta, si fermò all’istante e scoppiò a piangere …
-Smettila di piangere inutilmente, Françoise. – affermò lui, lasciando la presa e alzandosi dal letto e da lei … -Piuttosto, dovresti essere felice. Perché quando finalmente sarai mia, ti farò sentire donna come non mai … - e rivolgendole quelle ultime e dissolute parole, Bryan lasciò la sua stanza e se ne andò, abbandonandola sola e sconfitta alla sua disperazione …
Punto x dell’isola Anna, oltre l’isola Solitaria
Centro Ricerche Gilmore …
-Ivan non si è ancora svegliato? – chiese con sguardo cupo …
-No, ancora no. –
Joe inspirò nervosamente, cercando di stare calmo … -Perché non si sveglia ancora? Non sente il pericolo che sta correndo Françoise? –
-Ivan era sfinito dopo quello che è successo … lo sai. – gli fece notare Albert …
-Sono passate già due settimane da quando si è addormentato e ... – mormorò con sguardo assente e voce grave … - … da quando non abbiamo più notizie di lei. –
004 si limitò ad annuire …
-Abbiamo bisogno di lui per ritrovarla. – asserì duro e agitato …
-Joe … - ormai erano giorni che 009 mangiava appena, beveva litri e litri di caffè, non dormiva e non si spostava dal computer della base nella disperata ricerca di 003 … - … perché non vai a farti una doccia e a riposarti un po'? Posso sostituirti io qui finché –
-No. – scosse la testa, continuando a controllare con attenzione ogni nuovo passaggio di informazioni che, da ogni parte del mondo, filtrava attraverso il computer del centro ricerche Gilmore …
-Ma Joe … -
-No. Ci penso io. –
004 sospirò rassegnato … -Ok. Fai come credi. – così, lo lasciò solo e andò in sala riunioni dove Jet e gli alti erano in attesa che 001 si svegliasse.
Heinrich richiuse la porta dietro di sé ed esordì … -Tutto inutile: non vuole spostarsi da lì. –
Seven abbassò mesto lo sguardo … -Non riesce a darsi pace … povero Joe … si sente l’unico responsabile di quello che è successo … -
-Ma si sbaglia. – asserì con tono fermo Jet, alzandosi in piedi e guardandoli … -È colpa di tutti. –
I suoi compagni abbassarono la testa, consapevoli che 002 aveva ragione: la colpa era di tutti e non solo di 009.
-Ci siamo fatti giocare tutti come dei poveri pivelli da Bryan e dalla sua banda. –
-Ma nessuno di noi poteva immaginarsi l’improvviso voltafaccia di Bryan contro lo Spettro Nero! – obiettò 007 …
-Il nostro piano non aveva difetti … noi avremmo dovuto far semplicemente finta di consegnare 009 nelle mani dello Spetto Nero, fare lo scambio con 003 che era stata rapita da Bryan per conto dell’organizzazione e, appena lei fosse stata di nuovo nelle nostre mani, ribellarci e attaccarli, ma … -Pyunma abbassò lo sguardo … - … le cose non sono andate così perché nessuno poteva immaginare che Bryan avesse cambiato idea e avesse deciso di tenere Françoise con lui, voltando così le spalle allo Spettro Nero e al loro accordo. –
-Lui è stato decisamente furbo … ci ha giocato alla grande. – mormorò demoralizzato Chang …
-Bryan è solo un bastardo, come tutti quelli della sua razza. – Jet strinse le mani a pugno … -Un mercenario non ha un codice di onore e quindi non ha vincoli. Può fare quello che vuole. Anche non rispettare un accordo. Tanto ne verrà sempre e comunque fuori. Non importa come, perché è solo il fine che lo muove. -
-E in questo caso … - aggiunse Albert … - … il fine gli stava particolarmente a cuore. –
-Già. – e a quella constatazione 002 sferrò nervosamente un pugno contro la parete, facendo un buco nel metallo … -Ma noi non gliela lasceremo. La riporteremo a casa. A qualsiasi costo. –
Ecuador, Española Island
Villa Carter
-Signor Carter. –
-Dimmi Amos. –
-La squadra dei cyborg non si è ancora mossa. –
-Ne sei certo? Ricordati che loro non sono un nemico da sottovalutare. E possono avvalersi di mezzi che non sono a portata di tutti. –
-Sì, signore. I nostri hacker li tengono costantemente sotto controllo. Per ora stanno solo monitorando qualsiasi passaggio di informazioni che passa in rete. Probabilmente, sono in cerca di qualche indizio che li porti a noi e al nostro rifugio. –
-Sì, probabile. – annuì soddisfatto … -Invece, del dispositivo di interferenza cosa sai? –
-È ancora attivo, signore. Per ora i cyborg non lo hanno trovato. –
-Bene. – sorrise … -Vuol dire che abbiamo ancora tempo. –
Abbattuta, Françoise stava seduta nel mezzo del letto, pregando in silenzio che lui la trovasse …
… ti prego … trovami … e liberami da questo incubo …
Sospirò mestamente e poi, chiuse gli occhi, cercando di trattenere l’ennesimo pianto sconsolato, ma tutto ad un tratto la porta della camera si aprì e lei trasalì, tornando in sé …
-Buongiorno mio angelo! – esordì allegro Bryan, entrando nella sua stanza con un vassoio pieno di pietanze deliziose … -È ora di pranzo! Su vieni! – posò la roba sul tavolo e le fece segno di alzarsi e di raggiungerlo …
-Non ho fame … - mormorò, guardandolo appena …
-Tesoro mio, lo sai: devi mangiare! Il digiuno non giova né alla tua salute né alla tua bellezza! –
La ragazza restò in silenzio, sdraiandosi poi stancamente sul letto … nelle ultime settimane aveva appena assaggiato qualcosa, limitandosi a mangiare quel poco che le bastava per non avere dolori di stomaco e nausea per il digiuno, ma più andava avanti così e più si sentiva senza forze …
Vedendola reagire in quel modo, l’uomo si avvicinò al letto e la guardò con disappunto … -Per quanto tempo ancora pensi di andare avanti così? –
003 continuò a restare in silenzio, senza considerarlo …
Allora lui, con disappunto, la squadrò e le ordinò di alzarsi … -Alzati subito e vieni a mangiare. –
-Te l’ho detto: non ho fame … - chiuse gli occhi e si portò le ginocchia al petto, stringendosele con le braccia …
-Ascoltami Françoise … - si piegò sulle ginocchia … - … questo comportamento non ti porterà da nessuna parte, tranne a farmi arrabbiare. Perciò–
Riaprì gli occhi e flemmatica disse … -Non ho fame. -
-Ok … allora, se la metti così, non mi lasci altra scelta … –cupo in volto, si alzò e andò ad aprire la porta … -Dottore, venga. – e un attimo dopo, un uomo sui cinquant’anni, con i capelli castani, gli occhi verdi, l’espressione distaccata e impassibile e con una borsa in pelle scura, entrò senza complimenti nella sua stanza …
Françoise impallidì e, come una molla, si alzò subito a sedere sul letto …
-Prego. Questa è la sua paziente. Faccia quello che crede meglio per rimetterla in sesto. –
Il medico annuì in silenzio … posò la propria borsa sul tavolo, la aprì e ne tirò fuori una siringa e una fiala … preparò l’iniezione e andò verso di lei …
-Co-sa …? – balbettò smarrita …
-Prego, signorina: mi dia il braccio. –
-No! – gridò con voce strozzata dalla paura … -Cosa vuole da me? Stia lontano! – terrorizzata si rannicchiò in un angolo del letto …
Nel frattempo però, Bryan aveva fatto il giro del letto e, senza che lei se ne fosse accorta, le era giunto alle spalle e l’aveva afferrata con forza …
003 iniziò a gridare e a scalciare, ma debole come era non riuscì ad opporsi e fra lui e il medico riuscirono a tenerla ferma e a farle la puntura …
-No! No, vi prego! –vivi e dolorosi, le riapparvero davanti agli occhi crudeli e tristi ricordi passati … di quando anni prima era stata rapita dallo Spettro Nero ed era stata sottoposta all’operazione per diventare un cyborg … -No! No! No! – continuò ancora alcuni istanti ad urlare disperata, ma presto sentì i sensi abbandonarla e dovette cedere inesorabilmente all’oblio …
Si risvegliò alcune ore dopo, stordita e con la testa pesante …
-Finalmente ti sei svegliata. – le disse osservandola … -Ero preoccupato e stavo per chiamare il medico di nuovo. –
-Uhm … co-sa … mi hai fat-to … - balbettò ancora confusa ed assonnata mentre percepiva uno strano dolore al braccio sinistro …
-Niente che potesse nuocere alla tua salute. –
Scosse la testa, cercando di riprendersi …
-Non ti agitare: non ti è passato ancora del tutto l’effetto del tranquillante. –
-Tran-quil-lante? –
Bryan annuì, allungando una mano verso il suo viso e sfiorandoglielo con le dita … -Mi hai costretto a farlo … mi dispiace … non avrei voluto … -
Le sue parole le arrivarono al cuore come una coltellata … cose le aveva fatto?
-Co-sa … mi hai fat-to? – chiese atterrita …
-Ti ho fatto somministrare dei nutrienti via endovenosa. –
-Co-sa? –
-Nelle ultime settimane hai mangiato pochissimo e la tua salute è peggiorata vistosamente … negli ultimi giorni, mi è stato riferito dalle tue cameriere, avevi difficoltà a svegliarti e facevi fatica ad alzarti dal letto … perciò, mi sono preoccupato e ho fatto chiamare il medico … il quale ti ha dato un tranquillante e poi, ti ha fatto una flebo di nutrienti … -
-Per-ché? –
-Come perché? Perché voglio che tu stia bene! –
La ragazza sospirò stancamente e distolse lo sguardo da lui … -La-sciami in pa-ce … -
-Lo sai che non lo posso fare! Tu sei la mia donna ed io mi devo occupare di te! –
Françoise rabbrividì alla sua affermazione e strinse le palpebre mentre alcune lacrime cominciavano a scendere dai suoi occhi … -Ti pre-go … la-sciami … sta-re … -
-No. Non posso. Ti amo troppo per lasciare che tu ti faccia del male da sola. –
-Tu … non mi ami … - strinse le lenzuola al petto, sentendo lentamente le forze e la testa tornare presenti … - … per te … io … sono sempre stata solo un oggetto … e niente di più … -
-Ti sbagli: all’inizio era così. Adesso non lo è più. –
-Quando mi hai rapito … mi hai detto che per te sono solo una macchina … un oggetto … al pari di un tostapane … e adesso invece, mi vorresti dire che la tua mentalità è cambiata? Che mi vedi come un essere umano? –
Bryan sospirò e poi, annuì … -Sì … l’amore fa anche questo. –
-L’amore … - sussurrò con tono scettico ed amareggiato … -Tu lo chiami amore questa prigionia? –
-Non è colpa mia Françoise: sei tu che mi costringi a fare così … lo sai bene. – fece una pausa, guardandola con espressione cupa … - Se fosse per me, non ti terrei rinchiusa fra queste mura in cima alla torre, ma ti farai viaggiare e visitare luoghi incontaminati, bellissimi e lontani! Inoltre, ogni tuo desiderio, per me, diventerebbe solo un piacevole ordine da esaudire! … se solo però, tu fossi accondiscendente e accettassi finalmente il mio amore. –
-Amare … non è costringere ad accettare il proprio volere, ma lasciare libero l’altro affinché faccia le sue scelte … -
-Quindi, per te … se io ti amassi veramente, ti dovrei lasciare libera? – con disapprovazione, la guardò in volto … - Per cosa? Per farti tornare da lui? –
La ragazza si zittì …
-Perché non lo vuoi capire? Lui non ti darà mai quello che posso darti io! Lui è solo una macchina! –
-Se è per questo, lo sono anche io. – rispose, profondamente ferita nell’animo …
-No! Tu non lo sei! –
Con grande sforzo e fatica, si alzò a sedere sul letto e lo guardò con disprezzo … -Ti sbagli … io sono al pari di tutti loro! –
-No. Tu non sei una macchina sterile. Il tuo grembo può generare vita ed io posso dimostrartelo. –
-Tu non mi avrai mai! E la mia anima non ti apparterà mai! –
-Tu non capisci. –
-Invece sì! –
-No. Tu non vuoi ancora capire che io posso renderti realmente donna mentre lui non lo può fare. –
Abbassò gli occhi, imbarazzata e affranta … -No … amore … non è questo … amore è amare indipendentemente da tutto … -
Bryan si alzò dalla poltrona e si diresse verso il tavolo … -Tu hai mai visto, intendo con i tuoi stessi occhi, come è fatto un cyborg? –
003 lo guardò perplessa, ammutolendo …
-No, vero? – le chiese prendendo alcuni fogli dal tavolo e portandoli poi da lei … -Guarda tu stessa, con i tuoi occhi, cosa intendo. – le porse le immagini e Françoise le prese con mani tremanti …
Le foto ritraevano sezioni meccaniche a forma umanoide, probabilmente di un cyborg come lei e gli altri … -Oh mio Dio … -
-Prima di conoscerti, io vi vedevo in questo modo, come semplici e sterili macchine. – si rimise quindi a sedere e riprese il proprio discorso … -Dopo che lo Spettro Nero mi ebbe affidato il compito di rapirti, prima di eseguirlo, decisi di capire meglio con che esseri avessi a che fare e così … mi feci mandare un cyborg dall’organizzazione, lo feci uccidere dai miei uomini e poi, come in un esperimento scientifico che si rispetti, lo feci sezionare. E questo è stato il risultato. Per questo, per me, eravate solo macchine. – guardò la sua espressione frastornata … - Quindi, dopo aver visto queste foto, ti chiedo di nuovo: sei ancora convinta di quello che mi hai detto prima? Sei ancora convinta … di poter amare una macchina? –
La ragazza, confusa e turbata, gettò per terra le immagini e poi, tornò a sdraiarsi di nuovo sul letto … -Lasciami sola. –
-Come vuoi. – senza scomporsi, si alzò … -Ti lascio le foto lì per terra … casomai volessi guardare ancora meglio … cosa ami. –
Nel punto x dell’isola Anna, oltre l’isola Solitaria
Centro Ricerche Gilmore
-Ma perché Ivan non si sveglia? Maledizione! – gridò furioso, sbattendo un sonoro pugno sul tavolo … -Maledizione! Sono passate tre settimane da allora! Non abbiamo altro tempo da perdere! –
Al gesto di 009, Jet sospirò in modo infastidito … -Il Dottore sta cercando di capire cosa sta succedendo a Ivan. Datti una calmata. –
-Una calmata? – lo guardò perplesso … -Stai scherzando? Françoise è nelle mani di quel bastardo da tre settimane e tu mi chiedi di stare tranquillo? –
Sbuffò irritato … -È vero: è nelle sue mani, ma non la ucciderà visto il motivo per cui l’ha rapita. Per questo, ti dovresti dare una calmata e cercare di aspettare che il Dottore ci dica qualcosa riguardo a questo insolito sonno di 001. –
Joe gli si avvicinò, fronteggiandolo e guardandolo con espressione turpe … -E dopo quello che hai appena detto, io dovrei stare tranquillo? Perché secondo te, la cosa peggiore che le potrebbe capitare nelle sue mani, è essere uccisa? –
002 capiva perfettamente i suoi sentimenti, ma nel male dovevano pure aggrapparsi a qualcosa per non perdere la testa … -Françoise sa badare a sé stessa … sono sicuro che- ma il ragazzo non riuscì a finire la frase perché un attimo dopo 009 lo afferrò per il bavero della giacca e lo sbatté con violenza contro il muro, lasciando attoniti tutti i suoi compagni …
-Non continuare a dire frasi di circostanza per calmarmi, perché alla prossima, ti prendo a pugni finché non ne ho più le forze. –
-Ascolta Joe … tu non sei l’unico colpevole. – disse, guardandolo negli occhi … -Ognuno di noi, qua dentro, è responsabile di cosa è successo a Françoise. E ognuno di noi, si sente impotente e colpevole esattamente come te. Per questo, cerca di non distruggerti inutilmente perché abbiamo bisogno di tutti per ritrovarla e riportarla a casa. –
-No ... non è così Jet … – scosse la testa … -Io sono l’unico responsabile di quello che è successo … di quello … che sta vivendo … - improvvisamente, mollò la presa e si allontanò da lui, abbassando lo sguardo … -È solo tutta colpa mia … -
-Per quanto, colpevolizzare uno solo di noi, solleverebbe tutti da questa sofferenza che ci sta distruggendo, la responsabilità non è solo tua …- si riaccomodò la giacca e guardò gli altri …
-Jet ha ragione … - intervenne Albert … - … noi tutti, allo stesso modo, siamo responsabili di questa storia … non sei l’unico ad aver commesso errori quel giorno … -
009 non voleva accettare le parole dei suoi amici perché il peso di tutti i suoi reali ed immaginari sensi di colpa lo stavano sopraffacendo e lo rendevano smarrito e sconfitto … -No … sono io l’uni-
Tutto ad un tratto però, la porta della sala riunioni si aprì bruscamente ed entrò Geronimo che esordì con enfasi, interrompendolo … -Ragazzi! Ivan è sveglio! Correte! –
-Ivan … è sveglio? – incredulo, Joe sgranò gli occhi …
-Sì! E sa dove è Françoise! –
Ecuador, Española Island
Villa Carter
-Signore! –
-Dimmi Amos. – l’uomo posò la tazza di caffè sul tavolino e lo guardò con aria interdetta … -Che succede? –
-L’apparecchio per le interferenze è stato disattivato! –
-Uhm … quindi stanno per arrivare… -
L’altro annuì …
-Va bene. Nessun problema. Lasciali venire. –
-Ma signore …! – Amos lo guardò perplesso e contrariato …
Senza fare una piega, Bryan si voltò verso Françoise, osservandola mentre camminava tranquilla per il giardino, guardando e annusando estasiata i fiori e … -Lascia che vengano. Andrà tutto secondo i piani. Non ti preoccupare Amos. Ho tutto sotto controllo. –
16 ore dopo a Española Island, Ecuador …
-Quindi si trova lì? – chiese stupito Seven, osservando dal balcone dell’hotel, l’imponente e vecchia villa che troneggiava fiera al di sopra della piccola città …
-Già. – annuì Joe …
-E come faremo ad entrarvi? Voglio dire … non possiamo certo fare un’irruzione! Sarebbe troppo pericoloso per la vita di Françoise! –
-Infatti. – intervenne Jet … -Non è quello che faremo. –
-Ma allora …? –
Si rivolse a Joe … -Che piano hai in mente? –
-Ci studieremo la cartina della villa e poi, quando verrà buio, ci introdurremo al suo interno. Prenderemo Françoise e la porteremo in salvo. –
-Ma secondo voi … loro non ci staranno aspettando? – chiese leggermente preoccupato …
-Sicuramente. Loro sanno già che siamo qui. Ma questo non cambia le cose. –
007 annuì e si zittì …
-Forza. Mettiamoci attorno alla cartina che ci ha fornito Ivan e … cerchiamo di capire quale sia il modo migliore per portarla, sana e salva, fuori da lì, al più presto. –
Erano passate ormai un paio di ore da quando erano arrivati in città e si erano messi a studiare la cartina quando qualcuno bussò alla porta della stanza d’albergo in cui si erano sistemati …
-Chi diavolo …? – Jet lanciò preoccupato uno sguardo verso Joe che prontamente si era già alzato ed era andato verso la porta, impugnando il paralyser e facendo segno agli altri di tenersi pronti …
-Sì? –
-Signor Shimamura? –
-Sì … -
-Ho una missiva per lei … -
009 aggrottò la fronte … -E da parte di chi? –
-Da parte del signor Bryan Carter… -
Appena sentì il nome del mittente, aprì subito la porta … -Ha detto Bryan Carter? –
-Sì. Prego. – l’uomo gli porse il plico e poi se ne andò …
-Joe che vuoi fare? Accetterai il suo invito? –
009 era perplesso e confuso: anche se aveva già immaginato che sapesse della loro presenza lì, non riusciva assolutamente a capire questa sua insolita mossa …
-Joe! Mi Hai sentito? – ribadì Jet, nervosamente …
Pensieroso, Joe guardò l’ora sull’orologio a parete e poi, rispose all’amico … -Sì. –
-E allora? Che vuoi fare? –
-Mi sembra ovvio … devo andarci. -
-Ma come farai? Non abbiamo ancora un piano … -
Il ragazzo inspirò lentamente … - … fra meno di venti minuti devo essere alla villa … non c’è tempo materiale per pensarne uno … -
-E quindi? –
-Improvviseremo … -
-Non mi sembra una buona idea Joe … - mormorò dubbioso Seven … - … visto come sono andate le cose l’ultima volta che abbiamo avuto a che fare con Bryan … -
-Lo so 007 … ma non possiamo fare in altro modo. – quindi si voltò verso 002 … -Tieniti pronto … Ok? –
L’amico annuì …
Parte 2
Villa Carter
-Signor Shimamura, il signor Carter la sta aspettando. Prego. – il maggiordomo gli fece strada e alcuni istanti dopo raggiunsero la sala principale dove ad aspettarlo, con espressione tranquilla e rilassata, mentre leggeva un giornale, vi era Bryan …
-Joe Shimamura … - si alzò in piedi e gli andò incontro mentre il maggiordomo li lasciava soli … - … chi l’avrebbe detto che ci saremmo rivisti! –
-Dove è 003? – tagliò corto Joe che non era dell’umore per inutili e finti convenevoli.
L’uomo gli sorrise … -Noto che vai subito al punto e che, come per me, questo non sia assolutamente un incontro gradito. –
-Ribadisco: dove è 003? –
-Non credi che sia una cosa impersonale chiamare una persona con un code number invece che con il proprio nome? –
-Dove è? – ripeté senza neanche ascoltarlo …
Carter sorrise divertito e poi, con nonchalance, tornò a sedere sulla poltrona … -Accomodati. Posso offrirti qualcosa? A parte, ovviamente, 003. – concluse con tono ironico …
-L’hai appena detto tu stesso, in questo preciso momento. –
Bryan alzò con disappunto un sopracciglio … -Ma vedo che tu non mi ascolti. Perché ho detto, a parte lei. –
-L’unico motivo per cui ho accettato il tuo invito è proprio lei. Quindi-
- …quindi, se fossi in te, mi darei una calmata. Visto che sei in casa mia. Da solo. In mezzo a tutti i miei uomini. –
-Non mi provocare Bryan. Tu non sai quello di cui sono in grado. –
-Neanche tu per questo. – lo guardò negli occhi sicuro e strafottente … -Comunque, soddisferò il tuo desiderio di parlarle. – fece una pausa, facendogli segno di accomodarsi …
-No, grazie. Preferisco stare in piedi. –
-Come vuoi! Comunque, come ti ho appena detto, ti darò la possibilità di parlarle. –
-Davvero? – chiese scettico, guardandolo con aria sospettosa …
-Sì. È per quello che ti ho fatto chiamare: per parlarle tu, di persona. Senza intermediari. – sospirò in modo beffardo, divertito di fronte al suo scetticismo … -La farò chiamare subito, contento? – quindi si alzò e prese il ricevitore del telefono in mano … -Pronto Amos? … Sì, sono io … accompagna pure Françoise in sala … noi siamo qui ad aspettarvi … - riagganciò … -Ecco fatto … fra qualche istante la vedrai. – gli disse, sorridendogli …
-Che le hai fatto? – chiese spaventato, osservando la sua espressione fin toppo calma e serena …
-Io? Niente! L’ho solo trattata come dovrebbe essere trattata una donna della sua bellezza e intelligenza … tutto qui! -
-Se le hai fatto del male, io giuro che- ma non riuscì a finire la frase perché la porta alle spalle di Carter si aprì e da essa vi entrò Françoise …
Joe sgranò incredulo gli occhi …
Vestita con un leggero e lungo abito di velo bianco a collo alto, con maniche lunghe e dallo spacco profondo, attraverso cui si vedeva un bustino bianco di raso e un paio di pantaloncini corti dello stesso materiale, un paio di decolté bianche dello stesso colore con tacco alto e plateau, una collana di perle al collo, i capelli mossi e legati di lato in una treccia volutamente disordinata e il volto truccato sui toni del pesca e del rosa, dagli occhi alle guance alle labbra, stentò a riconoscerla …
-Fran-çoise … - balbettò inconsciamente il suo nome …
Lei si limitò a sorridere debolmente e ad annuire …
-Come puoi vedere tu stesso, Françoise sta benissimo. – intervenne Bryan con una certa soddisfazione, riaccomodandosi … -Prego Joe … dì pure tutto quello che vuoi a Françoise … lei ti starà ad ascoltare … -
Leggermente smarrito, restò un attimo in silenzio ad osservarla scioccato … non riusciva ancora a credere di averla finalmente lì! ... bellissima e diafana come non mai, proprio davanti ai suoi occhi, a pochi centimetri da lui, dopo tutte quelle intere settimane passate a cercarla disperato!
-Françoise … - … era così felice e turbato allo stesso tempo di rivederla, che la sua mente purtroppo non riusciva a funzionare e non riusciva a fare altro che pronunciare il suo nome …
-Avevo capito che volessi parlarle … e non ammirarla come un ebete. – intervenne stizzito Bryan, squadrandolo …
Le parole acide di quest’ultimo però, lo fecero riscuotere e così, Joe si riprese … -Come stai, Françoise? –
-Bene. -
… ma la sua risposta pronta e secca lo spiazzò e, senza accorgersene, la sua voce iniziò a tremare - I-io … i-io e … gli altri … siamo venuti a prenderti e a portarti indie-
-Io non voglio andarmene. – lo interruppe senza farlo neanche finire di parlare …
-Come?! – le chiese sconvolto, ritornando subito con i piedi per terra …
-Non voglio venire via. Voglio restare qui, con Bryan. –
-No! … che stai dicendo?! … non può essere! … non puoi dire sul serio! – inconsciamente, fece alcuni passi verso di lei, per ridurre lo spazio tra loro, ma la ragazza appena lo vide avvicinarsi, indietreggiò impaurita, annichilendolo …
-Françoise … cosa …? … perché? Cosa ti prende? -
-Io … voglio restare qui … - disse con voce tremante … - … perché sono stanca di combattere … di vedere solo morte attorno a me … di non sapere mai se rivedrò le persone a cui voglio bene … io … voglio essere una ragazza normale … con una vita normale … -
-Françoise … -
-Mi dispiace, ma … - … esitò debolmente … - … l’affetto nei vostri confronti … non è più sufficiente per farmi tornare indietro … -
Stravolto, scosse la testa … -No … non puoi dire sul serio … non ci voglio credere … tu non puoi-
-Non hai sentito quello che ha detto? Non vuole tornare indietro con voi. – intervenne all’improvviso Bryan, alzandosi in piedi e portandosi al fianco della ragazza … -Françoise vuole restare qui, con me. Ed essere la mia donna. – le passò un braccio intorno alla vita e l’attirò con possessione a sé, infierendo a 009 un duro colpo …
-No … non può essere … cosa le hai fatto, Bryan? –ringhiò furioso nei suoi confronti …
-Te l’ho già detto: niente. Tranne trattarla come una donna vera. – sorrise e si avvicinò al volto della ragazza, posandole un bacio sulla guancia … -Vero, amore mio? –
Con espressione spenta e lontana, 003 annuì debolmente …
-No … non è così … - scosse la testa, rifiutandosi di credere a quella assurda possibilità … -Io ti conosco Françoise ... non puoi esserti fatta obnubilare la mente dalle sue parole … né da questo sfarzo falso ed eccessivo che ostenta così sfacciatamente solo per nascondere la sua reale natura di venditore di morte! –
-Mi stai per caso accusando di averle fatto il lavaggio del cervello? - chiese l’altro indignato …
-La Françoise che conosco io … non avrebbe mai accettato, di sua spontanea volontà, di restare con un tipo come te. –
-Un tipo come me? – rise divertito di fronte al suo palese turbamento e poi, tornando serio, aggiunse deciso … -Io non credo che tu sia nella posizione per fare questa affermazione, code number 009. – lo guardò dritto in volto … -Se non sbaglio, una volta eri un teppista di strada e hai quasi mandato all’obitorio un tipo … -
Strinse i pugni, cercando di stare calmo … -E questa cosa centra adesso? –
-È solo per farti presente che, io e te, non siamo poi tanto diversi… –
-Ti sbagli. Lo siamo e come. –
Rifletté alcuni secondi sulle sue parole e poi, calmo, gli rispose … -Sì, è vero. Hai ragione. Siamo molto diversi. Io sono di carne e ossa. Tu sei solo un ammasso di ferraglia. – concluse duramente, lasciandolo ammutolito … -E adesso, se hai finito con i tuoi inutili discorsi, ti prego di lasciare immediatamente la mia dimora e di non infastidire mai più, la mia donna. – e senza aspettare una qualsiasi sua replica, tenendo Françoise per la vita, lasciò la stanza con lei mentre 009 veniva accompagnato cortesemente verso l’uscita …
-Cosa vuol dire che vuol rimanere con Bryan?!-urlò irato Jet, guardandolo scioccato …
-Quello che ho detto … - mormorò a bassa voce, tenendo gli occhi fissi per terra …
-Non può essere! Deve averle fatto il lavaggio del cervello! –
-Non credo … - dolorosamente ripensò ai suoi occhi … non aveva dubbi: era lei ed era perfettamente cosciente di ciò che affermava … - … era in lei … non era drogata o altro … -
-Forse Françoise soffre della sindrome di Stoccolma … - provò a suggerire Seven … -Avete presente? Quella sindrome di cui sono afflitti le vittime di rapimento e simili … -
-Seven, non dire idiozie! - lo riprese duramente 002 …
-Ma … -
-Smettila! Non sono in vena di sentire altre cazzate! Ne ho sentite già abbastanza per oggi! – concluse infuriato, sferrando un calcio ad una sedia e spezzandola … -Questa è follia! Abbiamo passato le ultime tre settimane della nostra vita a disperarci per niente?! –
-Jet, calmati … - gli mormorò Albert …
-Calmarmi?! Stiamo scherzando?! Ora vado in quella villa, spacco la faccia a quel bastardo e la riporto indietro di peso! –
-No! - asserì deciso 009, alzandosi in piedi … -Tu non farai niente di tutto ciò. –
-Ma Joe?! –
-No, Jet … se è questo … ciò che vuole veramente Françoise … noi dobbiamo accettarlo … - abbassò di nuovo lo sguardo e, infilandosi le mani in tasca, uscì dalla stanza …
-Albert, io esco a fare un giro … ho bisogno … di stare da solo per un po' … -
-Va bene, ma … per favore, non te la prendere per quello che ha detto prima Jet … era semplicemente stravolto … -
-Sì, lo so … stai tranquillo … - gli sorrise appena e poi, se ne andò …
Alcuni attimi dopo, Jet raggiunse 004 … -È uscito? –
-Sì … -
-Allora, prepariamoci … -
Joe non riusciva a darsi pace … e non riusciva ad accettare che Françoise fosse diventata succube di Bryan …
No … non è possibile … non lei …
Françoise ha un carattere e una volontà troppo forti per cadere soggiogata da un tipo come lui …
Scosse la testa …
No … no … non ci credo!
Alzò la testa e guardò in direzione della dimora di Carter, che si alzava imponente sulla piccola città…
… devo assolutamente parlarle … un’ultima volta … senza Bryan tra i piedi …
Grazie ad Ivan, che gli aveva detto con accuratezza dove veniva tenuta prigioniera Françoise, sapeva benissimo quali fossero le sue stanze e così, riuscito ad eludere con abilità le guardie di Bryan, riuscì a raggiungere la cima della torre e ad entrare nei suoi alloggi, attraverso la porta-finestra aperta …
-Françoise … - mormorò debolmente, cercando di individuarla nel buio della stanza …
La ragazza appena sentì la sua voce, si alzò a sedere sul letto e accese la luce … -Joe …! –
-Sì … io … - abbassò lo sguardo … - … perdonami, ma prima di andare via … avevo bisogno di parlare un’ultima volta con te … - rialzò gli occhi, guardandola dritta negli occhi … - … e di sapere la verità … -
Atterrita, scosse la testa … -Sei impazzito? Se Bryan ti trova qui-
-Non mi importa di Bryan! Voglio sapere da te la verità! –
-Quale verità? – chiese tremante …
-Voglio sapere se quello che mi hai detto oggi, è ciò che pensi veramente … – prese fiato … -Ti prego … dimmelo di nuovo … perché io non ci credo … io non riesco a credere che tu preferisca lui a … noi … -
Con un groppo al cuore, 003 distolse lo sguardo dal ragazzo e inspirò profondamente, stringendo nervosamente le lenzuola tra le dita … -Io … io … - sentì gli occhi bruciare e poi, copiose lacrime iniziarono a scendere di nuovo lungo il suo viso …
Joe le si avvicinò … -Dimmi la verità Françoise … cosa ti ha detto per obbligarti a restare? –
Scosse la testa … -È inutile … io non posso … -
-Perché? Con cosa ti sta ricattando? Dimmelo, Françoise! Posso aiutarti! –
-No … non puoi … -
-Guardami Françoise … tu lo sai: sono in grado di spezzare qualsiasi catena a cui ti tiene legata con l’inganno. Basta solo che tu mi dica di cosa si tratta ed io ti libererò. –
-No … -
-Perché no? –
-Perché … ha minacciato di uccidervi! –
-Cosa? – sgranò perplesso gli occhi …
-Ha minacciato di uccidervi tutti … se non fossi rimasta qui … con lui … -
009 restò un attimo in silenzio, riflettendo sulla sua affermazione … -Anche lo Spettro Nero ha fatto un’affermazione simile, ma non per questo ci è mai riuscito! –
-È diverso: Bryan può farlo … è arrivato già una volta a noi … e non avrebbe difficoltà ad arrivarci anche una seconda volta … io non so come, ma conosce addirittura le coordinate della nostra base segreta! -
-Non è possibile … -
-Ma purtroppo è così! È stato lui a dirmele … -
-Maledizione … - mormorò scioccato di fronte a quella inaspettata quanto pessima notizia …
-Ma guarda, guarda che bella sorpresa … Joe Shimamura nelle stanze della mia donna. – esordì tutto ad un tratto Bryan, entrando in camera con espressione turpe … -Che ci fai tu qui? –
-Bryan. –
-Già, io. Ti stupisci? -
-No, per niente. –
-Bene. Allora, allontanati subito da lei e vattene da qui. –
009 lo guardò perplesso … –E mi lasceresti andare via così? Senza uccidermi? -
-Non giocare con me, Joe. Non è il caso. La tua è una battaglia persa già in partenza. –
-Questo lo dici tu. – si voltò verso Françoise … -Forza Françoise, andiamocene. -
La ragazza lo guardò attonita …
-Cosa pensi di fare? – gli chiese infastidito Carter …
-Andarmene con Françoise. –
Divertito, rise beffardo … -Sei uno stolto a credere una cosa simile! Io non te lo permetterò mai! –
-Te l’ho già detto: tu non sai di cosa sono in grado io. Perciò, finiamola qui. –
-Quindi, la metti così? Allora, va bene. Giochiamo a carte scoperte. – e senza perdersi in ulteriori chiacchiere, prese dalla tasca dei pantaloni un piccolo telecomando … -Sapete cosa è questo? –
003 impallidì all’istante, iniziando a tremare come una foglia …
-È il telecomando di una bomba … –guardò Joe, sorridendo … -Una bomba posta proprio nell’albergo in cui pernottate! –
-Stai bleffando … - mormorò l’altro incredulo …
-No. – scosse la testa e poi, aggiunse … -Perché non chiedi a Françoise? … lei sa benissimo di cosa sono in grado. –
Il ragazzo si voltò verso di lei e sentì un tuffo al cuore nel vedere il suo volto bianco e spaventato … -Françoise … -
Tremante e in lacrime, lo guardò negli occhi … -Ti prego Joe! Vattene subito! E porta via gli altri da qui, il prima possibile! –
-Françoise, ma … -
-Ti prego! Bryan non sta bleffando! –
-No! Io senza di te non vado da nessuna parte! –
-Joe, ti prego! Tu non capisci! Bryan -
009 però, non la fece neanche finire di parlare, e si voltò irato verso Carter, avvicinandosi e fronteggiandolo … -Tu dici di amarla, ma il terrore che leggo nei suoi occhi, non è quello di una donna amata. Piuttosto di una donna costretta con la forza ad accettare un sentimento che non desidera. –
Lo guardò per un breve attimo con sufficienza e poi, spregevole, senza un briciolo di esitazione, affermò con semplicità … -E tu che ne sai dell’amore? Tu sei solo una macchina. Uno sterile ammasso di ferro. –
-Ti sbagli. Tu pensi che noi cyborg siamo solo oggetti senza anima, ma non è così … -
-No. È così. Ed è l’evidenza dei fatti a confermarmelo. Perché, quando state male, basta un cacciavite e qualche bullone per rimettervi in sesto. –
-No, smettila Bryan! – intervenne all’improvviso Françoise, scendendo dal letto … - Non è così! Noi siamo esseri umani! Proprio come te! –
-Françoise, basta con questa storia. Tu non sei come loro. Ne abbiamo già parlato. Quindi, non ti paragonare a 009 e agli altri. –
-No! Ti sbagli! Io sono come loro! E sei tu che ti ostini a non voler vedere perché accecato dal tuo folle sentimento! –
-Amore mio, la tua visione delle cose è completamente offuscata da quello che ti hanno fatto credere Gilmore e gli altri. Tu non sei una macchina. L’operazione a cui ti hanno sottoposto è pari a quella di un intervento di ingegneria biomeccanica per sostituire un arto. Niente più. –
-No, Bryan … tu non vuoi vede-
-No, Françoise. Bryan ha ragione su questo. – disse inaspettatamente Joe … -Tu … sei diversa da noi … - prese fiato, cercando di mettere a tacere il proprio cuore ferito per quella cruda realtà … - … tu sei quasi completamente umana ed hai il diritto di vivere come tale, ma … – si rivolse al suo aguzzino … - … non è certo imprigionandola né costringendola con la forza ad accettare le tue decisioni che le darai la vita che vuole … -
Di tutta risposta, Carter gli sorrise con strafottenza e asserì deciso … -La vita che Françoise vuole, è quella di una ragazza normale … e cioè: una vita insieme ad un uomo che la ama … di carne e ossa … che, un giorno, possa darle anche un figlio. E questo, io, posso farlo. –
A quelle parole, 009 si ammutolì completamente … restando fermo ed immobile, con il cuore a pezzi, di fronte a Bryan che lo guardava con grande soddisfazione per il colpo basso appena infertogli …
-Al contrario di quanto tu creda, Joe … io la amo. E per questo, voglio darti un’ultima possibilità. Vattene adesso e non succederà niente né a te né agli altri. Prendere o lasciare. –
Ma prima che Joe potesse rispondergli, la voce di 003 attirò la loro attenzione … -Adesso basta! Io non ne posso più! - gridò tra le lacrime, andando di corsa vicino alla porta-finestra e lasciando entrambi attoniti … -Tutta questa storia è solo causa mia! Ed io sono stanca! Stanca di esser causa di dolore, minacce e morte e di … un sentimento talmente malato come il tuo Bryan! - si avvicinò ancora di più alla balaustra e gridò disperata … - L’amore non è questo! E se disgraziatamente invece lo è … preferisco la morte! – e così, senza esitare oltre, sotto gli occhi scioccati ed inermi di entrambi, si gettò giù dalla finestra …
-Mio Dio … Françoise … no … - ripresosi dallo stravolgimento emotivo, 009 si precipitò alla finestra, ma ormai era tardi … e di lei e del suo corpo, ormai inghiottiti dal fiume che scorreva impetuoso verso l’oceano, sotto l’alta torre, non vi era più alcuna traccia … -No … Françoise … no … - mormorò disperato tra le lacrime … -No … non è giusto … -
-È colpa tua … - disse all’improvviso Bryan, facendolo voltare di scatto verso di sé … -È solo colpa tua … se tu non fossi mai venuto a cercarla … io e lei saremmo stati felici … - concluse con espressione vuota e tono atono …
Sconcertato, per quelle misere e inaudite parole in un momento come quello, Joe restò a guardarlo per un lungo attimo fino a che qualcosa di molto atavico e oscuro non scattò in lui e i suoi occhi divennero freddi e cupi …
… con movimenti rigidi, ma decisi, prese il paralyser e poi, avvicinandosi a Carter, glielo puntò contro …
-Che cosa pensi di fare? – gli chiese con strafottenza … -Vuoi uccidermi? –
Il ragazzo restò in silenzio, senza muoversi …
-È assurdo tutto ciò … proprio tu che sei solo una macchina, stai esitando … quando io invece, non avrei alcuna titubanza a farlo. Buffo, no? Una macchina ch-
… il colpo fu preciso: dritto in mezzo alla fronte.
Ancora in stato confusionale, guardò assente il corpo di Carter, disteso a terra, in una pozza di sangue e … - … è vero: sono solo una macchina … e non avrei mai potuto darle un figlio … ma io non le avrei mai tolto la libertà … né tantomeno l’avrei mai obbligata ad accettare una vita scelta da me, che lei invece non avrebbe mai voluto … -
-Joe! Dove diavolo eri finito?! – chiese Jet concitato, appena lo vide arrivare all’albergo … -Forza! Dobbiamo andarcene subito da qui! –
Joe lo guardò con espressione stravolta e poi … -Jet … io … devo dirvi una cosa … -
-Sì, va bene! Ma ce la dirai dopo! Adesso non c’è tempo! Dobbiamo andare! –
-No Jet … - era distrutto … nonostante avesse infatti provato a cercarla, percorrendo la riva del fiume più e più volte con l’acceleratore, non aveva trovato alcuna traccia di lei e per questo, alla fine, aveva dovuto arrendersi al fatto che lei … lei … non ci sarebbe stata più … - … devo dirvela ora … - disse seguendo l’amico ed entrando in camera, ma ammutolì sul posto quando varcò la soglia …
-Joe … - felice come non mai di vederlo, impulsivamente, gli corse incontro e gli si buttò al collo, abbracciandolo forte! – Mi hai trovata! –
-Fran-çoise …? Ma tu … - anche se percepiva distintamente il calore del suo corpo stretto al proprio, stentava ancora a crederlo possibile … - Non è … possibile … tu … -
Sciogliendolo dal proprio abbraccio, lei gli sorrise … - Lo so: sembra un miracolo, ma … Seven era fuori dal balcone e quando mi sono gettata, lui si è mimetizzato con il cielo della notte e mi ha sostenuto fino a terra! Facendo credere a tutti che fossi veramente caduta e fossi stata inghiottita dal fiume! –
-Ma come … - si voltò verso i compagni …
-Appena hai lasciato l’albergo … - intervenne Pyunma … - … ci siamo preparati e siamo usciti … tutti eravamo coscienti che non te ne saresti mai andato senza parlare a Françoise un’ultima volta e soprattutto, senza avere la piena certezza che quello che ti aveva detto davanti a Bryan, fosse ciò che lei voleva veramente … così, intuendo le tue mosse, ti abbiamo seguito fino alla villa e ti abbiamo pedinato senza che tu te ne accorgessi! –
-Da lì poi … - continuò Jet … - … siamo stati un po' al caso … perché in realtà non sapevamo cosa aspettarci né da te … né da Bryan … per fortuna però … - fece una pausa, guardandola e scuotendo rassegnato la testa … - … Françoise ha agito di testa sua come al solito e … il resto è storia! -
-Siamo stati bravi 009, vero? – esultò felice 007, scambiandosi un sorriso di gioia con tutti …
-Dio mio … - era attonito … - … siete … stati dei grandi! –
-Già! – aggiunse Albert … -Ma solo perché … siamo un gruppo veramente unito e funzioniamo alla grande quando siamo tutti assieme! -
-Sì … è vero amici … quando siamo tutti assieme … funzioniamo alla grande … -
-Hey, Françoise! Come diceva Alexandre Dumas nel suo celeberrimo libro? – le chiese 007, facendole l’occhiolino d’intesa …
-Alexandre Dumas …? - ancora un po' stordita, le ci volle un istante per capire cosa l’amico intendesse, ma poi comprese … - È vero Seven … - così, sorridendo disse … -Tutti per uno … -
- … e uno per tutti! - conclusero prontamente loro, felici di essere di nuovo tutti assieme!
Diverse ore dopo, sul Dolphin,
prossimi al punto x dell’isola Anna,
oltre l’isola Solitaria
-Dottore … come sta? – gli chiese preoccupato …
-Per come sono andate le cose, direi che sta bene … è stata sottoposta ad un forte stress che si è ripercosso più che altro sul suo fisico, ma niente che alcuni pranzi di Chang non possano risolvere!-
Joe sospirò di sollievo e sorrise contento … -Dottore, posso andare da lei? –
-Certo! Vai pure! Io nel frattempo andrò a prenderle qualcosa da mangiare! –
-Va bene … grazie … -
Prima di entrare, bussò …
-Avanti … -
-Hey! … posso entrare? –
-Certo … -
-Come ti senti? – le chiese avvicinandosi al lettino …
-Bene … -
Ora che però la guardava da vicino e con tranquillità, aveva compreso più chiaramente cosa volesse dire Gilmore … Françoise era infatti molto dimagrita, aveva il viso scavato e la pelle era leggermente spenta, come quella di una persona che aveva sofferto per una malattia …
-Il Dottore mi ha detto che va tutto bene e che … dovrai mangiare tutto quello che Chang preparerà per te! –
003 si mise a ridere e le guance le si colorirono leggermente di rosa, dandole un aspetto più sano … -Sì, lo so …! –
-Non sei contenta? Per una volta, non dovrai stare attenta a tutti i dolci che mangi! –
-Spiritoso! –
Era bello vederla ridere … ed era ancora più bello averla lì, con loro …
-Guarda che lo sappiamo tutti quanto sei golosa! - disse continuando a prenderla dolcemente in giro, ma purtroppo, tutto ad un tratto, lo sguardo gli cadde sulle sue braccia magre, piene di lividi e segni di punture e, senza accorgersene, il volto gli si incupì … -Cosa sono quei segni? – le chiese brusco, senza filtrare le proprie emozioni …
Imbarazzata, la ragazza abbassò lo sguardo e restò in silenzio …
-Françoise … cosa ti ha fatto? – di nuovo, non riuscì a filtrare i propri sentimenti … questa volta però, senza rendersi conto che era stato fin troppo diretto …
-N-nien-te … - balbettò sempre più a disagio …
-Perché allora hai quei segni di puntura sulle braccia? –
Esitò un attimo, ma poi … -Perché mi rifiutavo di mangiare … e così, dopo avermi somministrato dei tranquillanti per farmi stare calma, mi sottoponeva a flebo di nutrienti per non farmi deperire…-
Sconvolto, sgranò gli occhi …
-Bryan … - prese fiato … - … non mi ha mai fatto del male … intendo … nel senso fisico … -
Quasi gli avesse letto nel pensiero, Françoise aveva risposto delicatamente a quelle terribili domande che lo tormentavano ormai da giorni e che non gli davano pace … facendolo restare sveglio ad oltranza …
-Ho … capito … - abbassò lo sguardo … - … scusa io … non volevo essere così … sfacciato … perdonami … -
-Tranquillo … il Dottore è stato molto più diretto sulla faccenda … -
-Mi dispiace molto … noi … - … avrebbe voluto dire qualcosa, ma non trovava le parole adatte …
-Non ti preoccupare … lo so … siete sempre in apprensione per me e per quello che potrebbe accadermi … -
Annuì e, improvvisamente molto confuso per via della situazione, decise di defilarsi … -Credo che … sia meglio che adesso vada … così, ti riposi … ok? -
-Sì, va bene … - … ma prima che 009 arrivasse alla porta, lei sussurrò fievolmente … -Grazie … grazie per avermi trovata … -
Joe sentì distintamente le sue parole, ma dopo tutti gli ultimi eventi, preferì non rispondere e si limitò a sorriderle mentre richiudeva la porta e la lasciava tornare a riposare …
Alcune ore dopo,
presso il Centro di Ricerche Gilmore …
-Secondo Françoise, Bryan sa dove è la nostra base perciò, anche se ci siamo spostati qui solo da pochi mesi, dovremo trasferirla al più presto … - disse Gilmore preoccupato, ripensando ancora con angoscia all’operazione V2, conclusasi da così troppo poco tempo …
-Ma come ha fatto a scoprirla? –
-Non saprei … e neanche Françoise ne ha idea, ma ci è riuscito … come era anche riuscito, senza che nessuno di noi se ne accorgesse, a sparare quel piccolo meccanismo di interferenza sulla culla di Ivan nel mezzo del caos dello scontro tra noi e lo Spettro Nero il giorno dello scambio … -
- … a causa del quale, Ivan ha dormito per tre intere settimane senza svegliarsi … facendoci ritardare così il salvataggio di 003 dalle sue mani … - aggiunse nervosamente Albert …
-Già … quindi, per sicurezza nostra e in particolare per quella di Françoise, dovremo cambiare posizione alla base … senza contare che, magari per vendicarsi, se non l’avesse già fatto, ha venduto l’informazione allo Spettro Nero … che sarà a questo punto già sulle nostre tracce … -
-No, non c’è bisogno di trasferire la base. – asserì inaspettatamente Joe che era stato in silenzio fino a quel momento … -Se Bryan avesse venduto l’informazione allo Spettro Nero, quest’ultimo ci avrebbe già trovato nelle settimane scorse e ci avrebbe attaccato. Non avrebbe certo aspettato tanto. Inoltre, per quanto malato fosse il suo amore per Françoise, non voleva assolutamente causarle dolore facendoci fuori … altrimenti, non avrebbe esitato ad ucciderci e il giorno dello scambio non ci avrebbe certo facilitato la vita contro lo Spettro Nero … Bryan infatti, si è solo limitato a mettere Ivan in un sonno profondo, in modo da non poterli individuare velocemente e da fornirgli abbastanza tempo per convincere Françoise ad accettare in modo spontaneo i suoi sentimenti … -
-Sì … questo è vero 009, ma non tieni conto che dopo quello che è successo, lui possa voler vendetta nei nostri confronti e -
-No. Non lo farà. – lo interruppe in modo brusco, alzandosi in piedi … -Bryan non ci cercherà più.–
-Non credi di essere un po' troppo ottimista Joe? – gli chiese Jet, guardandolo scettico … -In fondo, è stato l’unico che è riuscito a tenerci in scacco fino alla fine ... e se ci pensi, neanche lo Spettro Nero è mai arrivato a tanto così, da noi, come ha fatto lui. –
-Lo so Jet, ma … - tenendo la testa e lo sguardo bassi, con voce ferma, asserì … - … Bryan non farà mai più del male a nessuno. Ve lo assicuro. –
Di fronte a quella sua affermazione così certa ed inaspettata, 002 e gli altri annichilirono …
-E ora …- aggiunse senza scomporsi … - … direi di andare tutti a riposare … le ultime settimane e, in particolare, le ultime ore sono state molto dure per tutti … - così, senza aggiungere altro, il ragazzo lasciò la sala riunioni e, tormentato ed afflitto per quello che aveva fatto, si ritirò nella propria camera …
-Ma … ma … cosa … voleva dire Joe con quelle parole? – chiese profondamente turbato Seven appena se ne fu andato …
Gilmore, dal canto suo, abbassò mesto gli occhi e restò in silenzio come anche Albert, Geronimo, Chang e Pyunma che non dissero una parola … Jet invece, preso fiato, rispose a 007 … -L’amore, certe volte, ti può spingere a prendere in considerazione cose che normalmente non avresti mai pensato di fare …e certe volte, purtroppo, a renderle perfino concrete … -
© 01/08/ 2017
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